LET THE SKY FALL, WHEN IT CRUMBLES OVVERO: “APRITI CIELO, SPALANCATI TERRA: HO AMATO JAMES BOND”



Tra le varie cose improbabili che annoveravo tra le meno avverabili del 2012, che l'ultima pellicola di 007 potesse affascinarmi e spingermi ad una riflessione a posteriori aveva un discreto piazzamento...proprio di fianco ai Maya e alle loro jatture. Quel bamboccio affetto da una forma costante e granitica di machismo estremo, quasi “cielodurista”, mi ha talvolta fatta sorridere per l'intreccio naif e tutto maschile delle sue imprese amorose, leggi Sean Connery, talvolta annoiata per lo scarso appeal attoriale dei suoi interpreti, leggi Roger Moore, Timothy Dalton, ma anche Pierce Brosnan, talvolta incuriosita per il seguito imperituro e coriaceo che il pubblico di tutto il mondo gli dedica da 50 anni a questa parte, nonostante il testimone sia passato da tempo nelle mani della faccia più imperturbabile ed inespressiva che il cinema ricordi dai tempi del molto deriso e molto compianto Patrick Swazye.
Ma questo Bond/Craig segna il solco tra l'adolescenza e l'età adulta di un personaggio che da sempre conservava lo spirito guascone ed immaturo di un Peter Pan carico di ormoni e pieno di se' . E un evento del genere non è facile da ignorare neanche per una dura oppositrice come la sottoscritta.
L'ottimo Sam Mendes, ora ancor di più si può dire, vera garanzia di qualità, ne fa un uomo qualsiasi, rude, sempliciotto, imbolsito, dalla mira perduta, pieno di acciacchi, di piccoli e grandi fallimenti, in poche parole un Bond all'angolo. Ma se un qualsiasi banale cinquantenne in crisi di mezz'età si consola nel più archetipico dei modi (macchina sportiva+amante giovane), cosa può fare un James Bond che da sempre guida spider di ogni ordine e grado, e seduce, con la sola forza del pensiero, qualsivoglia signorina? Mendes lo mette con le spalle al muro, lo deride, lo sminuisce nella sua virilità, lo fa braccare dal cattivo più folle che c'è (un Javier Bardem da applausi a scena aperta), e una volta esasperato rispolvera con lui e per lui fantasmi del passato...insieme alla mitica Aston Martin (perchè il ricorso terapeutico all'auto sportiva non deve comunque mancare!). Nelle mani di Mendes Bond uccide così il padre, nel senso freudiano dell'espressione, e si emancipa dalla gabbia dorata in cui Fleming l'ha cresciuto, per fare i conti con la sua maturità di personaggio e con una crescita della qualità filmica ed interpretativa.
L'uomo senza passato rivela le sue fragilità e questo passaggio dal livello pubblico, scanzonato e sbruffone, al livello intimista, ombroso e tormentato, passa necessariamente per una serie di citazioni metafilmiche e metanarrative che Mendes elargisce in quantità. Lo Skyfall di Bond è evidentemente la Rosebud di Quarto Potere, così come altre sono le concordanze con pagine di cinema e letteratura che sono nella memoria collettiva. Ma l'esercizio di Mendes non è puramente stilistico, ne' un divertissement di un autore alle prese con una utenza ben più popolare e variegata di quella con cui solitamente si misura che viene stimolata a ricercare ed identificare riferimenti vari. Rappresentare la parabola di Bond attraverso frammenti di altri viaggi di altri eroi diventa il modo più semplice per equiparare la sua esperienza a quella di ogni altro Ulisse che, arrivato alla fine naturale del suo percorso personale, fa ritorno alla propria Itaca.
Il senso d'inadeguatezza e fallimento di Bond è quello di tutti, la sua storia è quella di ognuno di noi, così come quella di ogni super eroe alle prese con la sua personale Kriptonite. La banalità del male e del dolore è universale. Dove potrà portare questo percorso che Mendes ha suggerito ed imbastito e se invece 007 ne uscirà più gagliardo e potenziato che pria, scordandosi della lezione di Skyfall, ancora non si sa. Per ora lasciatemi crogiolare nell'illusione che una svolta verso l'autorialità anche per il buon vecchio 007 sia veramente avvenuta, ma soprattutto fatemi riprendere dallo shock di essermi lasciata sedurre anch'io, come una qualsivoglia signorina, dal fascino di Bond, James Bond.

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