American Hustle - PACCO, DOPPIOPACCO E CONTROPACCOTTO

Un'improbabile gang formata da un duo di truffatori ed un impacciato agente dell'FBI mette a segno un duro colpo al corrotto sistema politico americano nella metà dei '70, intessendo al contempo, la solita schermaglia amorosa lui lei l'altro, condita di paillettes ed atmosfere da Febbre del sabato sera.

Altalenante, discontinuo, con picchi eccellenti che si alternano ad inesorabili parabole discendenti, American Hustle, ritorno al cinema di David O. Russell, rimane freddo, in bilico tra il manierista ed il costruito, sorretto dalle interpretazioni impeccabili di un quartetto ben assortito, e la costruzione di una macchina ben oliata, ma dalle prestazioni non esaltanti. Un artefatto in serie con molta carne al fuoco rimasta invece sulle braci spente e troppi spunti arenati in un magma di lustrini, bigodini, corsi e ricorsi storici, citazioni autoreferenziali e palese ossessione per l'approvazione dell'audience.

Si sorride ad orologeria, secondo tempi comici ed ironie preconfezionate, e si ammira, questo sì, la cura del dettaglio nella ricostruzione dei costumi, sia in senso letterale, che lato, ma non si va molto oltre la patina. Come certa pittura iperrealista che da vicino abbaglia e vista da una certa distanza si ridimensiona e delude. 

A dir la verità tutto è onestamente anticipato dall'iniziale dichiarazione
d'intenti posta in incipit: "Alcuni dei fatti narrati sono realmente accaduti". La parzialità ed il carattere effimero sono quindi sin da subito espressi, come a volersi giustificare di una certa superficialità di poco a venire. Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Se David o. Russell ha davvero però un merito in questa storia che una volta passato l'abbaglio iniziale alla lunga non convince e' quello di aver scelto quattro pezzi da novanta per sostenere un racconto altrimenti estremamente fragile ed inconsistente, facendo inoltre una scelta precisa di ruoli: defila Cooper e Lawrence, ponendo al centro uno smagliante Christian Bale ed una fascinosa Amy Adams, (entrambi sue vecchie conoscenze dai tempi di The Fighter), imbrigliando però i primi due in clichés insuperabili, con richieste registiche che li costringono a scimmiottare ed esasperare le interpretazioni della loro precedente e comune fatica, senza quindi riuscire ad emanciparsi da Il lato positivo - Silver Linings Playbook, che è valso al terzetto popolarità ed alla Lawrence addirittura un Oscar. Cooper ristagna nel prototipo del nevrotico e mitomane mosso da un'ambizione crescente, con picchi d'ira che qui però, non potendo essere catalogati come patologici, sono solo macchiettistici e a favore di tempi comici precostituiti. Allo stesso modo Jennyfer Lawrence, ridotta ad una fumettistico incrocio tra Tif e la più proverbiale delle bionde svampite, non può che restituire superbamente quanto le è' stato assegnato, ma è nello scarso e grezzo sviluppo del suo personaggio che risiede il suo peccato.


Se quindi l'illustre precedente e' ben congeniato, e le iperboli surreali in quel caso ben si fondono alla narrazione conferendogli ritmo, qui il grottesco, volontario e non, prende il sopravvento, fagocitando buona parte della sceneggiatura, e rendendo a tratti farraginosi gli snodi del racconto che di fatto si perde a più riprese.


Scelte forzate come il cameo piuttosto scialbo e gratuito di Robert De Niro ( ancora una volta un richiamo egoriferito a Il lato positivo), o un bacio saffico fuori da ogni contesto o logica, sfaldano ancora di più l'integrità del racconto, apparendo ben più funzionali ad un ritorno in termini d'immagine e popolarità che non ad un sostegno narrativo effettivo.


Strizzate d'occhi ammiccanti, scelte registiche e stilistiche furbe e calcolate American Hustle e' un prodotto di massa che saccheggia dalla tradizione e dalla recente cinematografia (ben più da Romance and Cigarettes che dall'ultra citato Argo a cui tutti hanno guardato), e ricuce ad arte i pezzi, portando sullo schermo un mostro di Frankenstein tirato a lucido. Si può fare! (Ma non per questo necessariamente si deve).








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